Il villaggio di Kandovan è un luogo straordinario situato sul versante del monte Sultan Daghi, nella catena montuosa del Sabalan, nel nord-ovest dell’Iran. È rinomato per la sua affascinante architettura rupestre, frutto sia delle attività vulcaniche che del lavoro manuale degli abitanti. Le stanze delle abitazioni scavate nella roccia, come cucine, sale e anche stalle, sono state scavate a mano, creando finestre nelle pareti di pietra, poi decorate con vetri colorati.
La storia di Kandovan narra di persone che fuggirono dall’invasione mongola migliaia di anni fa e trovarono rifugio sulle pendici del Monte Sahand. Questi esuli si stabilirono in questa nuova terra, scavando a mano le loro case nel fianco della montagna. Kandovan è oggi l’unico villaggio di grotte ancora abitato nel mondo.
Ci sono altri due villaggi simili con abitazioni scavate nella roccia: uno in Cappadocia, Turchia, e l’altro a Manitou Cliff Dwellings, in Colorado, USA. Tuttavia, questi due villaggi non sono più abitabili, rendendo Kandovan unico al mondo. Anche il villaggio di Maymand, in Iran, è famoso per le sue abitazioni rupestri, ma le strutture a forma di piramide presenti lì sono il risultato di eruzioni vulcaniche avvenute nella regione del Sahand. Queste formazioni rocciose, note come Karan, hanno un’età compresa tra 700 e 1500 anni.
Kandovan, con il suo lungo e rigido inverno, offre rifugio sia dal caldo che dal freddo estremo, oltre che dagli attacchi nemici. La maggior parte delle case, chiamate Karans, ha due piani, e in alcuni casi anche tre o quattro, ognuno non collegato internamente. Gli abitanti hanno saputo sfruttare questi spazi creando abitazioni, depositi, laboratori e stalle all’interno delle rocce. Le case a più piani sono collegate da scalinate che permettono di accedere ai diversi livelli. Il villaggio dispone di tutti i servizi essenziali, tra cui bagni pubblici, una scuola, un mulino e una moschea.